Sensi e gusto: ponti per il contatto col mondo
Gli stimoli sensoriali portano dentro di noi la realtà esterna e ci consentono di capirla, infatti già nei testi del Medio Evo i 5 sensi venivano chiamati finestre.
Le sensazioni producono una intensa attività di rielaborazione mentale.
Perchè durante il rinascimento ci usava riferirsi al gusto, tra i 5 sensi, e si cominciò a usare l’espressione “ buon gusto “ in senso figurativo?
Nel mondo romano antico ci si riferiva al naso e all’olfatto, più che al gusto.
Nel Medio Evo scienziati e filosofi avevano assegnato al gusto una capacità di conoscenza superiore agli altri sensi.
Solo il GUSTO, fra i sensi, è propriamente destinato a ricercare in maniera perfetta la natura delle cose.
Quindi il SAPORE, il gusto,appunto, è destinato a ricercare in maniera perfetta la natura delle cose, perché è l’unico che vi ENTRA dentro, vi si mescola completamente, riconosce i sapori, che derivano direttamente da quella natura, e perciò la rivelano.
Fin dalla nascita il neonato umano mostra di gradire alcuni sapori e di essere disgustato da altri.
Il SAPORE DOLCE, che indica la presenza di CARBOIDRATI apportatori di calorie, è piacevole per tutti i Mammiferi, incluso l’uomo, con l’eccezione dei Carnivori.
Il SAPORE SALATO può risultare sgradevole nella primissima infanzia, ma con la crescita esso viene ricercato, specialmente se vi è carenza di SODIO, elemento essenziale per la vita.
L’aumento della preferenza per cibi salati, che si verifica quando il bilancio del sodio è negativo, non è osservabile nel neonato poiché richiede un periodo di maturazione,
indipendente da un apprendimento specifico.
La repulsione per cibi fortemente ACIDI è un’ovvia difesa contro il potere corrosivo che gli acidi possono esercitare sui tessuti biologici.
Suscitano un’avversione innata anche varie sostanze di sapore AMARO, probabilmente a causa della loro scarsa digeribilità o tossicità ( veleni ).
Molti veleni vegetali hanno un SAPORE AMARO, ed è verosimile che fra i progenitori prevalentemente frugivori dell’uomo moderno sia avvenuta una selezione naturale a favore degli individui geneticamente predisposti a evitare cibi amari.
Gli stimoli olfattivi e gustativi possono generare memorie associative che durano a lungo nel tempo, come nel caso di odori o sapori che evocano immagini di eventi, persone e luoghi a lungo sepolte nella memoria, e qui è d’obbligo citare la madeleine di proustiana fama.